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Home Raffaele Tumino Didattica 2022/2023 Antropologia pedagogica

Antropologia pedagogica

  • A.A. 2022/2023
  • CFU 6
  • Ore 30
  • Classe di laurea LM-78
Raffaele Tumino / Professore di ruolo - II fascia (PAED-01/A)
Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo
Prerequisiti

È opportuno aver sostenuto gli esami previsti nel corso di laurea triennale ed in quella magistrale con riferimento alla filosofia, all'antropologia filosofica, alla filosofia morale e alle scienze umane dell'età contemporanea.

Obiettivi del corso

A conclusione del percorso gli studenti dovranno dimostrare di aver appreso i principali contenuti del corso e di possedere le competenze educative e metodologiche che caratterizzano il profilo professionale del futuro specialista dell'educazione e della formazione, sia che esso operi nei contesti di apprendimento formale sia in quelli non formale. Dovranno altresì dimostrare di essere in grado di saper svolgere percorsi personali di ricerca e di studio pratico-teorico. Si tratta di obiettivi che orientano alla comprensione della realtà dei processi inclusivi, al possibile approfondimento della ricerca nel settore, alla risoluzione di problemi connessi ai temi e alle questioni sviluppate, ma anche a problematiche interdisciplinari più ampie, maturando la capacità di integrare le conoscenze e di esprimere posizioni autonome e critiche.

Programma del corso

Il programma di 6 CDF è comune per tutti gli studenti frequentanti e non frequentanti. Dall'unione tra le scienze antropologiche, l'antropologia filosofica e le scienze pedagogiche prende forma un progetto che vede nascere un nuovo tipo di antropologia, l'antropologia pedagogica. L'antropologia, attraverso la pratica etnografica, la propria epistemologia e la propria metodologia, offre una ricca e indispensabile conoscenza delle diverse realtà culturali riscontrabili nel mondo, una conoscenza che può aiutare a superare il pensiero etnocentrico.
Gli scopi del programma sono due: da una parte educare le persone verso un modello di pensiero transculturale, dall'altra promuovere in loro un atteggiamento riflessivo e attivo nei confronti delle realtà in cui viviamo. Il tutto al fine di contrastare pregiudizi, stereotipi, razzismi e quel pericoloso pensiero passivo che oggi crea facili proselitismi soprattutto attraverso il web.
La parte introduttiva e propedeutica del corso intende ripercorrere le fasi principali della disciplina antropologica al fine di promuovere un ambito di riflessione e approfondimento sulle pratiche educative in diversi contesti sociali, in una prospettiva transdisciplinare e comparativa. La seconda parte verte sul fenomeno dell'apprendimento nei contesti educativi in un'ottica incentrata sulle interazioni sociali. Le teorie prese in considerazione durante il corso si basano sull'assunto che chi apprende è un agente attivo, che acquisisce abilità in un ambiente significativo e inter-relazionale.
L'esperienza formativa che si intende realizzare sarà il campo di una riflessione etnografica che svolgeremo in modo partecipativo. L'idea di base è la seguente: proporre un'esperienza di educazione incidentale come "uscita didattica". Una passeggiata in alcuni quartieri della città percepiti generalmente dall'opinione pubblica come "poco sicuri" o "degradati" per la forte presenza di comunità migranti. La particolarità di tale proposta? Il fatto che gli itinerari di visita e incontro siano ideati e accompagnati da migranti di prima e seconda generazione, residenti nei quartieri.
Pertanto 2 ore del corso di insegnamento, all'interno delle 30 ore, saranno svolte in Co-Teaching con la prof.ssa Silvia Pierosala, Filosofia Morale; 1 ora con il prof. Stefano Polenta, Psicopedagogia.


Testi (A)dottati, (C)onsigliati
  • 1.  (A) George E. Marcus, James Clifford Scrivere le culture. Poetiche e politiche dell'etnografia Meltemi, Milano, 2005
  • 2.  (A) Fiorella Giacalone Il tempo e la complessità. Teorie e metodi dell'antropologia culturale Franco Angeli, Milano, 2017
  • 3.  (A) Alan Goussot L'approccio transculturale nella relazione di aiuto. Il contributo di Georges Devereux tra psicoterapia ed educazione ARAS, Fano, 2015
  • 4.  (A) Édouard Glissant Introduzione a una Poetica del diverso Meltemi, Milano, 2020
  • 5.  (A) Leonardo Rigoni L'insondabile decisione dell'essere. Spunti per un'antropologia pedagogica Franco Angeli, Milano, 2021
  • 6.  (A) Davide Zoletto Pedagogia e studi culturali. La formazione tra critica postcoloniale e flussi culturali transnazionali. ETS , Pisa, 2012
Metodi didattici
  • Il corso sarà organizzato come attività seminariali, vi saranno attività esperienziali di gruppo, letture, proiezioni di filmati.
    La lezione dialogata e partecipativa prevede momenti formativi diversi: teorico, riflessivo, progettuale. Inoltre sono previsti incontri di approfondimento transdisciplinari con altri docenti attraverso Seminari e/o in Co-Teaching. In particolare con i proff. Silvia Pierosala, Stefano Polenta.
    Inoltre, verranno realizzate esperienze di educazione incidentale come "uscita didattica". Una passeggiata in alcuni quartieri della città percepiti generalmente dall'opinione pubblica come "poco sicuri" o "degradati" per la forte presenza di comunità migranti. La particolarità di tale proposta? Il fatto che gli itinerari di visita e incontro siano ideati e accompagnati da migranti di prima e seconda generazione
Modalità di valutazione
  • La valutazione verrà effettuata nel seguente modo:
    1. un elaborato scritto che verrà consegnato al docente venti giorni prima della
    prova orale a cui verrà attribuito un punteggio di base. La prima prova sarà punto di inizio
    della discussione
    2. la prova orale prevede l'analisi critica in maniera esaustiva di uno o più eventi/autori; l'analisi delle interconnessioni tra temperie culturale e eventi storici; la determinazione di analogie, differenze, interconnessioni, influenze tra eventi ed esperienze educative. Tanto nell'elaborato scritto quanto nella prova orale si terrà conto del livello di approfondimento dei temi oggetto di studio, della chiarezza espositiva, dell'uso del linguaggio specifico della disciplina e della capacità di analisi.
Lingue, oltre all'italiano, che possono essere utilizzate per l'attività didattica

italiano

Lingue, oltre all'italiano, che si intende utilizzare per la valutazione

italiano