Filosofia medioevale
- A.A. 2024/2025
- CFU 6, 6(m)
- Ore 30, 30(m)
- Classe di laurea LM-78, LM-78(m)
Nessuno. Si prevedono alcune lezioni introduttive ai temi discussi per agevolare l’inquadramento storico-dottrinale.
Conseguire un livello approfondito di conoscenze nella Storia della filosofia di epoca tardo Medievale mediante l’approfondimento del pensiero di Tommaso d’Aquino e, nello specifico, del dibattito con Sigieri di Brabante in merito all’interpretazione del De anima, libro III.
Apprendere i metodi e le strategie tipiche della disciplina per raccogliere e interpretare le nozioni filosofiche presenti nei testi adottati, utili a determinare giudizi autonomi e a sostenere argomentazioni.
Tommaso d’Aquino e il dibattito con Sigieri di Brabante sull’unità dell’intelletto
Il corso è finalizzato alla comprensione del pensiero filosofico e teologico di Tommaso d’Aquino, con particolare attenzione alla sua interpretazione del De anima di Aristotele e al dibattito con il maestro delle Arti, Sigieri di Brabante (†1284). Nella seconda metà del XIII secolo, l’opera di Aristotele era oramai entrata a pieno titolo negli insegnamenti curriculari della facoltà delle Arti di Parigi. Alcuni maestri, tra i quali Sigieri di Brabante e Boezio di Dacia, avevano iniziato ad insegnare l’aristotelismo con fedeltà al testo originale, da loro considerato secondo la traduzione latina di Averroè, nella comune convinzione di una distinzione dei campi di indagine della filosofia e della teologia. Tra i passi aristotelici maggiormente complessi da interpretare era da annoverare il capitolo quinto del De anima, libro III, in merito all’unità e alla separatezza dell’intelletto, in special modo in considerazione delle possibili conseguenze dell’interpretazione averroista nel campo della teologia. In effetti, già Alberto Magno, alcuni anni prima, aveva evidenziato le difficoltà teologiche di accogliere la dottrina dell’unicità dell’intelletto, la quale rendeva complesso postulare la resurrezione individuale in anima e corpo. Nel 1270, e, in seguito nel 1277, il vescovo di Parigi, Étienne Tempier, condannò tredici proposizioni filosofiche insegnate nella facoltà delle Arti, alcune delle quali con esplicito riferimento alla dottrina dell’unità dell’intelletto insegnata da Sigieri di Brabante sulla scorta della lettura “averroistica” di Aristotele. In questo contesto, nel medesimo anno 1270, Tommaso d’Aquino concepisce il trattato Sull’unità dell’intelletto in opposizione agli scritti di Sigieri. Nella prima parte del corso sono previste alcune lezioni dedicate al pensiero di Tommaso d’Aquino, con particolare riferimento al dibattito con Sigieri di Brabante e alle vicende connesse alle condanne del vescovo Tempier. In seguito, si affronterà la lettura diretta e il commento dell’opera di Tommaso, rinvenendo in essa le posizioni teoriche dei cosiddetti “averroisti latini”.
(A) Tommaso d’Aquino, L’unità dell’intelletto contro gli averroisti, a cura di A. Ghisalberti, Milano, Bompiani 2000;
(A) P. Porro, Tommaso d'Aquino. Un profilo storico-filosofico, Carocci, Roma, 2012.
(C) Sigieri di Brabante, Anima dell’uomo. Questioni sul terzo libro del De anima di Aristotele. L’anima intellettiva, trad. di A. Petagine, Bompiani, Milano 2007;
(C) L. Bianchi, From Pope Urban VIII to Bishop Étienne Tempier: the Strange History of the “Doctrine of Double Truth”, in Freiburger Zeitschrift für Philosophie und Theologie 64/1 (2017), pp. 9-26.
(C) P. Porro, Il filosofo: Sigieri di Brabante, in F. Suitner (ed.), Il Duecento di Dante: i personaggi, Firenze, Le Lettere, pp. 103-128
(C) A. Petagine, Aristotelismo difficile. L’intelletto umano nella prospettiva di Alberto Magno, Tommaso d’Aquino e Sigieri di Brabante, Vita e Pensiero, Milano 2003.
Altre informazioni / materiali aggiuntivi
Durante il corso saranno letti e commentati anche alcuni passi tratti da:
Sigieri di Brabante, Anima dell’uomo. Questioni sul terzo libro del De anima di Aristotele. L’anima intellettiva, trad. di A. Petagine, Bompiani, Milano 2007
Per i non frequentanti, si richiede di integrare il programma con la lettura di:
A. Petagine, Aristotelismo difficile. L’intelletto umano nella prospettiva di Alberto Magno, Tommaso d’Aquino e Sigieri di Brabante, Vita e Pensiero, Milano 2003.
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Il corso si svolgerà mediante lezioni frontali in cui sarà introdotto il pensiero di Tommaso d’Aquino e commentata l’opera in programma, con commenti e ampio dibattito in aula. Sarà considerato il testo in traduzione italiana e soltanto in taluni casi si ricorrerà alla versione originale in lingua latina. Sarà adottato un taglio didattico di tipo teorico e storico.
La valutazione avverrà in appelli appositamente previsti nelle sessioni di esame (non sarà contemplata l’ipotesi di una verifica in itinere) tramite una verifica orale, in cui saranno valutate:
- le conoscenze delle posizioni filosofiche di Tommaso d’Aquino e del contesto storico-filosofico;
- la capacità di muoversi autonomamente nel testo oggetto di indagine, individuando i passi chiave e i riferimenti filosofici maggiormente significativi;
- le competenze teoriche sui nuclei concettuali proposti.
La prova si svolgerà in due parti: una fase di interrogazione per sondare le conoscenze del pensiero di Tommaso d’Aquino e in seguito una discussione sull’opera "De unitate intellectus".
Lingua latina
Italiano