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Home Giuseppe Capriotti Didattica 2025/2026 Storia delle immagini

Storia delle immagini

  • A.A. 2025/2026
  • CFU 6, 6(m)
  • Ore 36, 36(m)
  • Classe di laurea LM-89 R, LM-49(m), LM-49 R(m)
Giuseppe Capriotti / Professore di ruolo - II fascia (ARTE-01/B)
Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo
Prerequisiti

Conoscenza approfondita del lessico storico-artistico, con particolare attenzione a quello iconografico, acquisita nei corsi di Storia dell'Arte già seguiti alla triennale. Come modalità di acquisizione delle conoscenze propedeutiche alla comprensione dei temi trattati nel corso, si raccomanda lo studio di un buon manuale di storia dell'arte moderna, ad esempio: Giulio Bora, Gianfranco Fiaccadori, Antonello Negri, I luoghi dell'arte, volumi 3 e 4, Milano, Electa, varie edizioni.

Obiettivi del corso

Gli obiettivi formativi del corso sono due, strettamente correlati tra di loro:

1.offrire allo studente l'esemplificazione di un metodo, ovvero fare storia attraverso le immagini, considerate fonti storiche di pari dignità rispetto ai testi.

2.educare lo studente all'analisi storica di tutte le immagini, a prescindere dal loro valore estetico, facendo propria la degerarchizzazione delle fonti, implicita nel concetto stesso di Beni culturali.

3.educare lo studente a mettere criticamente in discussione le strutture metodologiche, epistemologiche e ideologiche della storia dell’arte, esplorando alternative globali, transculturali e decoloniali nella costruzione del discorso storico-artistico.

Gli studenti dovranno entrare in possesso degli strumenti necessari per leggere e decodificare le immagini per il loro valore storico, utilizzando un approccio decoloniale..

Programma del corso

Il corso è articolato in due parti:

1.Parte generale

Storia delle immagini, Iconografia e Iconologia, Visual Studies

Nel corso del primo modulo si analizzeranno gli studi e il profilo di alcuni storici dell'arte che hanno fondato le discipline di taglio iconografico, come ad esempio Aby Warburg, Fritz Saxl, Erwin Panofsky, Ernst Gombrich, per arrivare a quegli studiosi che hanno cominciato a parlare di visual culture (Michael Baxandall, Svetlana Alpers) e poi a quelli che hanno ricominciato a mettere al centro delle loro indagini l'immagine (prescindendo dal concetto di arte), come ad esempio Hans Belting, David Freedberg, Horst Bredekamp, George Didi-Hubermann, William J. Mitchell. Verrà inoltre mostrato come l'applicazione del metodo iconografico sia in grado di rendere espliciti contenuti particolarmente utili alla comunicazione e alla didattica museale e del patrimonio; allo stesso tempo si discuteranno le applicazioni dei più recenti indirizzi dei visual studies nel campo della valorizzazione dei beni culturali. Nel corso di questa parte lo studente prenderà anche dimestichezza con la terminologia specifica della disciplina ed acquisirà conoscenze circa le fonti dell'iconografia.

2.Corso monografico

Per un approccio decoloniale all'arte della prima età moderna

I recenti dibattiti sulla decolonizzazione culturale hanno coinvolto in particolare musei e patrimonio. La storia dell’arte fa invece fatica ad affrontare direttamente queste tematiche, ad esempio a mettere in discussione il proprio eurocentrismo, a decostruire il canone storico-artistico (nella linea Vasari-Winckelmann), a mettere in discussione il Rinascimento come paradigma globale, ad utilizzare epistemologie provenienti dal Global South e a rimuovere gerarchie geografiche su scala locale e globale, a riconoscere il ruolo dell’arte nella costruzione di categorie razziali e imperialistiche ancora attive nella nostra contemporaneità e di un modello culturale egemonico (bianco, maschile, eterosessuale). Il corso intende dunque analizzare opere d’arte che documentano incontri inaspettati tra continenti, nell’età delle grandi navigazioni e dei contatti transoceanici, e riconsiderare il ruolo di alcune di esse non solo come strumenti di potere, ma anche come oggetti di rifiuto, denuncia, negoziazione e riappropriazione. Ad esempio: come dobbiamo interpretare e comunicare ad un pubblico multietnico la presenza di schiavi neri e musulmani esposti nei luoghi di culto cristiano o la presenza di immagini di neri nell’arte italiana da Giotto a Lotto e Veronese? E come possiamo liberare gli schiavi di Michelangelo nella Tomba di Giulio II da una rassicurante lettura neoplatonica? E allo stesso tempo: quanto è difficile parlare di stupro di fronte ad opere d’arte che hanno sanificato la violenza con valori estetici? Perché si fa ancora fatica a riconoscere il soggetto omoerotico di alcuni capolavori di grandi maestri del Rinascimento? 


Testi (A)dottati, (C)onsigliati

(A) A. Warburg, Divinazione antica-pagana nei testi e nelle immagini nell'età di Lutero, in La rinascita del paganesimo antico e atri scritti, vol. II, Aragno, Torino, 2008, pp. 83-207.

(A) E. Panofsky, Iconografia e Iconologia, in Il significato nelle arti visive, Einaudi, Torino, 1999, pp. 29-57.

(A) E. Gombrich, Aspirazioni e limiti dell'iconologia, in Immagini simboliche. Studi sull'arte del Rinascimento, Einaudi, Torino, 1978, pp. 3-33.

(A) F. Saxl, Continuità e variazione nel significato delle immagini, in La storia delle immagini, Laterza, Bari, 1968, pp. 1-15.

(A) C. Savettieri (a cura di), La rappresentazione dei neri nell'età moderna. Temi e questioni metodologiche, Roma, Carocci, 2022.

(A) L. Stagno, Intersezioni e riflessi. Immagini del Turco nell'arte genovese di età moderna, in Ottomani Barbareschi e Mori nell'arte a Genova. Fascinazioni, scontri, scambi nei secoli XVI-XVIII, Genova, SAGEP, 2024, pp. 41-97.

(A) F. Faloppa, Sbiancare un etiope. La costruzione di un immaginario razzista, Milano, Utet, 2022.

(A) G. Capriotti, Ovid’s Legacy on Trial. Aristocratic Gender Roles in the Painted Vaults of Two Noble 18th-century Palaces in Macerata, in «Il Capitale Culturale. Studies on the Value of Cultural Heritage», Supplementi 15 (2023), pp. 2-15.


Altre informazioni / materiali aggiuntivi

Tutti i saggi e i libri in programma sono reperibili nella biblioteca del Dipartimento di Scienze della formazione, beni culturali e turismo dell'Università di Macerata e in molte altre biblioteche in Italia.

I ppt delle lezioni saranno consegnati in biblioteca alla fine del corso.

Metodi didattici
    1. Lezioni frontali (con discussione critica partecipata degli argomenti proposti)
    2. Viaggi di istruzione (finalizzati alla visita dei monumenti analizzati a lezione)


Modalità di valutazione
  • La prova di accertamento è orale e consisterà orientativamente in non meno di tre domande, tese ad accertare le conoscenze teoriche e pratiche, generali e particolari, acquisite dallo studente.

    Le competenze maturate verranno verificate invece attraverso la richiesta di analisi di immagini e testi critici.

    La valutazione complessiva sarà ottenuta dall'analisi dei seguenti indicatori:

    • correttezza e proprietà nell'uso del linguaggio (fino a 10/30)
    • correttezza e completezza delle conoscenze (fino a 10/30)
    • capacità di elaborazione critica e di applicazione delle conoscenze (fino a 10/30)

    E' prevista una prova intermedia, orale, consistente nella presentazione in classe di un'opera d'arte, letta secondo il modello di analisi offerto da Erwin Panofsky. Il risultato della prova intermedia sarà computato ai fini della valutazione finale.

Lingue, oltre all'italiano, che possono essere utilizzate per l'attività didattica

Inglese

Lingue, oltre all'italiano, che si intende utilizzare per la valutazione

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