Interventi psico-educativi e didattici con disturbi comportamentali - Secondaria i grado e sovrann. sec. i grado
- A.A. 2021/2022
- CFU 1
- Ore 20
Distinguere tra handicap, menomazione e disabilità, facendo riferimento all'ICF.
Conoscere i diversi tipi di programmazione che possono essere adottati per i diversi BES. Conoscere le principali teorie, autori ed approcci della psicologia dello sviluppo.
Conoscere le principali funzioni dell'insegnante e dell'insegnante di sostegno.
Distinguere i caratteri delle difficoltà, dei problemi e dei disturbi. Riconoscere le difficoltà più frequenti in ambito scolastico.
Individuare limiti e/o resistente propri e del contesto.
Apprendere tecniche e strumenti per superare i limiti e aggirare le resistenze. Comprendere come si forma il problema e cosa lo mantiene.
Imparare a fare un piano d'intervento operativo. Conoscere le logiche che alimentano il circolo vizioso. Apprendere tecniche per interrompere il circolo vizioso. Auto-valutare per auto-correggersi.
Conoscere per saper fare e saper agire sono le funzioni principali del professionista e di chi sceglie l'insegnamento come sua professione. Con l'approccio della Ricerca-Azione (AR) s'apprendono tecniche e strumenti pratici che consentono di rendere concreto questo obiettivo. Con l'AR l'insegnante può imparare ad intervenire efficacemente, in più in questo modo riesce a favorire l'inclusione di tutti gli studenti.
Per insegnare a studenti con BES, oltre alle doti personali, sono richiesti strumenti per discriminare le diverse tipologie e per intervenire efficacemente. Sapere come gestire queste difficoltà/diversità consente di trasformarle in un vantaggio sia per gli attori coinvolti, sia per il sistema.
Il docente senza strumenti operativi, in alcune circostanze si può scoraggiare, provare un senso di impotenza: aumenta il rischio del burnout. Sono i tentativi di soluzione fallimentari messi in atto a creare sofferenza e sconforto. Dunque, conoscere come funzionano le varie difficolta che si possono incontrare e, soprattutto, saper intervenire efficacemente, anche nei casi più difficili, resistenti ed intimidanti, fa sentire l'insegnante più forte e capace.
Nelle scuole di ogni ordine e grado, è frequente che vi siano studenti, che pur in situazione di piena integrità cognitiva, presentano difficoltà a seguire il programma. L'insegnante dovrebbe cercare di sintonizzarsi adeguatamente con lo studente, dopo aver identificato correttamente il comportamento su cui intervenire. La difficoltà si complica e si trasforma in disturbo/problema e/o addirittura patologia se sottovalutata, se trascurata e/o se gestita male, o anche se - dopo tentativi infruttuosi - fosse sopravvalutata. In questi casi l'etichettamento diagnostico farebbe peggiorare la situazione e in breve tempo intrappolerebbe i soggetti che interagiscono tra loro in un circolo vizioso.
Watzlawick (1974) sostiene "finché c'è un problema c'è una soluzione!". Il modello costruttivista-strategico propone un modo diverso di guardare le difficoltà comportamentali, sociali ed emotive. Inoltre, con l'utilizzo della Ricerca-Azione l'insegnante riflettendo in maniera corretta, ponendosi domande Problem- Oriented (Scuola di Palo Alto) e Solution-Oriented (Scuola di Milwakee), diverse da quelle a cui si giungerebbe con l'utilizzo della logica ordinaria, riesce a percepire il problema con occhi nuovi e a mettere a pianificare tutti i passi dell'intervento da compiere. Ponendo(si) delle domande e riflettendo con altri colleghi, l'insegnante apprende a costruire un Piano d'Azione ad hoc rigoroso ma non rigido, flessibile ed auto-correttivo, adatto al contesto. Partendo dai casi concreti (anche quelli) riportati dai partecipanti, s'illustreranno dinamiche, difficoltà e modalità per gestire le possibili problematiche scolastiche: paure (fobie, ansie), blocchi di performance, comportamenti oppositivi-provocativi, bullismo/vittimismo, uso e abuso di sostanze, dipendenza da sostanze e non, comportamenti di rinuncia, comportamenti autolesivi, disordini alimentari, scatti di ira e aggressività, pensieri ossessivi e compulsioni, comportamenti inficianti le relazioni tra sé e sé, tra sé e gli altri e tra sé e il mondo circostante.
La lettura della difficoltà attraverso la lente delle emozioni allontana il rischio dell'etichetta diagnostica e innsegna come evitare di cadere nelle trappole sopra descritte. Le emozioni sono il linguaggio più primitivo dell'essere umano. Esse incidono sulla percezione, sull'intelligenza e sull'apprendimento. Possono attivare le nostre risorse, ma possono anche costituire un limite se mal gestite. Infatti, recenti ricerche (Papantuono, al. 2014; Nardone, al. 2012) mostrano mostrano che possiamo orientarci efficacemente verso la soluzione di un problema identificando e comprendendo tra le quattro sensazioni di base (paura, rabbia, dolore e piacere) quella dominante. Le sensazioni di base diventano riduttori di complessità validi strumenti per gli insegnanti.
- 1. (A) Papantuono, Portelli, Gibson Vincere senza combattere San Paolo, Milano, 2021 » Pagine/Capitoli: 368
Oltre ai testi consigliati, altro materiale didattico verrà pubblicato sui canali predisposti dall'Università o su spazi web che verranno indicati a lezione, oppure in formato cartaceo.
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Sarà privilegiata la metodologia didattica euristico-partecipativa basata sul problem solving con radice costruttivista e sulla Ricerca-Azione.
Ove si preferisca una maggiore concisione nella descrizione:
- Lezioni frontali dialogate
- Esercitazioni in piccolo e medio gruppo
- Visione di materiali audio-video
- Analisi di studi di caso
- Produzioni (progetto didattico, presentazione di un argomento).
- La prova di accertamento sarà sostanzialmente scritta (prova strutturata, ossia test a scelta multipla) per la verifica delle conoscenze. L'integrazione orale (prova a basso livello di strutturazione) potrebbe esserci solo se richiesta.
La prova scritta conterrà una serie di domande a scelta multipla, tese ad accertare la conoscenza teorica delle pratiche operative presentate a lezione.
Durante il corso avranno un peso nella valutazione finale anche le esercitazioni pratiche in itinere da fare in coppia e/o gruppi: simulazioni di intervento, elaborazione di un piano d'azione.
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