Semiotica del gusto - linguaggi del cibo nell'antichita'
- A.A. 2022/2023
- CFU 6, 6(m)
- Ore 30, 30(m)
- Classe di laurea LM-14,15, LM-84(m)
Questo Corso - che si tiene qui per la prima volta - vorrebbe introdurre lo studente alla sfera del gusto intesa come luogo di mediazione tra natura e cultura, tra interiorità ed esteriorità. Fin dal taglio del cordone ombelicale l'infante fa esperienza della relazione tra cibo e sensorialità, fra ricerca del nutrimento e ricerca del senso. Fra i prerequisiti che possono giovare a una migliore comprensione dell'istanza semiotica v'è certamente la capacità di ricostruire i paesaggi alimentari, di riconoscere il ruolo che la commensalità ha e ha avuto nella storia personale, familiare (anche religiosa) e in quella delle culture (dall'idioletto, al socioletto, alla lingua gastronomica).
Presentazione
Il cibo è al centro di una serie di trasformazioni e di scambi, che non riguardano solo aspetti nutrizionali o dietetici. Il cibo è un potente vettore del senso. La Semiotica del Gusto aspira a cogliere le intersezioni di senso che orientano il percorso del cibo: dalla preparazione alla consumazione, dalla descrizione alla delibazione. Ciascuna di esse lascia traccia nelle sfere sociali. Vari linguaggi parlano oggi del cibo: la stampa, la tv, i social; ma il cibo è esso stesso un linguaggio che parla di sé e di altro: parla delle culture, della storia, delle distinzioni sociali, dei riti che gli uomini mettono in campo per condividere e negoziare le proprie istanze percettive: è il cibo che permette la costituzione di un corpo sociale. Vari sono i luoghi del cibo: la cucina, la tavola, la vetrina, il bistrot, il ristorante, la cantina, ma anche lo spazio sacro del sacrificio, lo spazio pubblico della festa campestre.
Il gusto è il senso attorno al quale ruotano i linguaggi del cibo. Gustare è introdurre in noi quell'altro da noi che vogliamo rendere parte di noi. Il gusto è una frontiera e uno spazio di trasformazione del senso.
(1) Lo studio semiotico del gusto potrà prendere le mosse dai linguaggi che parlano del cibo, della cucina, dell'alimentazione: il cibo parlato mobilita considerazioni estetiche, economiche, spesso anche erotiche. Nel racconto del cibo emergono trasformazioni che racchiudono senso: la preparazione / consumazione; la separazione / condivisione; l'offerta / ricezione; il crudo / cotto, e così via.
(2) Un altro importante capitolo riguarda i luoghi del cibo e del mangiare, la prossemica: spazi comuni, spazi separati, spazi durevoli come i refettori e spazi transitori come nello 'street food'.
(3) Il cuore del nostro studio è però il linguaggio che porta il cibo a parlare: delle proprie origini, della cultura di cui è espressione, dell'articolazione dei rapporti fra individui, clan, gruppi sociali e politici (il cibo nelle mense e nelle feste di partito, nelle sagre).
(4) Poi c'è il cibo nella vita rituale: dai miti greci sul dono del grano, dell'ulivo o del vino, fino alle prescrizioni e i divieti alimentari dei popoli semiti, e fino al cibo kosher.
Not least, (5) alcuni cenni al cibo nella letteratura, nei romanzi di Camilleri o nelle serie televisive recenti.
Nota
IL programma è unico per tutti i Corsi di laurea e vale 6 CFU.
- 1. (A) Gianfranco Marrone Gustoso e saporito. Introduzione al discorso gastronomico Bompiani, Milano, 2022 » Pagine/Capitoli: capitoli da concordare col docente
- 2. (C) Gianfranco Marrone Dopo la cena, allo stesso modo Torri del Vento, Palermo, 2019 » Pagine/Capitoli: da concordare col docente
- 3. (A) Plutarco Del mangiare carne. Trattati sugli animali Adelphi, Milano, 2001 » Pagine/Capitoli: pp. 1-101
Per la parte relativa al cibo rituale nell'Antichità, il docente produrrà dei testi in fotocopia: brani o frammenti estratti dal Thesaurus Linguae Graecae; i brani saranno tradotti dal docente a lezione.
- La lezione ha un ruolo centrale, in quanto può costituire il vero luogo dello scambio di memorie, esperienze e percorsi di senso relativi alle storie alimentari di ciascun partecipante. Scopo della lezione è l'apprendimento di una metodica di analisi che faccia emergere gli stadi e i livelli di senso, le operazioni teoriche e gli apparati concettuali mediante i quali la semiotica può "mettere in senso in condizione di significare".
- Ripeto ancora una volta il mio punto di vista. L'esame andrebbe svolto, secondo me, come una presentazione nella quale lo studente mostra di saper condurre una esposizione di livello elevato, su un argomento liberamente scelto o pattuito con l'esaminatore. Poiché, però, questo non sembra possibile, o non sempre possibile, si ritorna alla formula dell'esame tradizionale: la "perquisizione" intellettuale fatta di domande e risposte. A richiesta dello studente, si potrà sempre attivare la modalità "espositiva", rinunciando a quella, per dir così, escussiva.
Francese
Francese