Salta ai contenuti. | Salta alla navigazione

Image Portlet
Home Marcello La Matina Didattica 2025/2026 Semiotica e filosofia del linguaggio

Semiotica e filosofia del linguaggio

  • Semiotica e filosofia del linguaggio Classe: L-11, L-11 R
  • Semiotica e filosofia del linguaggio Classe: L-12 R
  • A.A. 2025/2026
  • CFU 9, 9(m), 6(m)
  • Ore 45, 45(m), 30(m)
  • Classe di laurea L-10 R, L-10(m), L-11(m), L-11 R(m), L-12 R(m)
Marcello La Matina / Professore di ruolo - II fascia (PHIL-04/B)
Dipartimento di Studi Umanistici - Lingue, Mediazione, Storia, Lettere, Filosofia
Prerequisiti

Il linguaggio della semiotica si è formato in buona parte utilizzando termini e concetti della linguistica, delle scienze umane. Ma non v’è termine o concetto che la semiotica non abbia poi ridefinito. Sicché, lo studente interessato oggi alla semiotica può partire dal già noto, per spingersi verso prospettive sicuramente coinvolgenti e appassionanti. Il principale ingrediente è la curiosità intellettuale, il desiderio di partecipare ad una avventura conoscitiva, la cui posta è la costruzione stessa del mondo. Il mondo, insegna la semiotica, non è un dato inamovibile dell’esperienza, ma il risultato dell’incontro fra i sensi e il senso.


Obiettivi del corso

Il reale e il simbolico. La violenza verbale e il trash televisivo di «Temptation Island»

 

Il terzo millennio è iniziato con l’abbattimento delle Torri gemelle; con un evento, perciò, in sé architettonico, tanto precisa ne fu la scansione e ben studiato il progetto. Architettare il crollo non richiede meno scienza che il costruire. Il colpo, quel volo di aerei che parve un volo rapace di falconi, fu architettato come una fortezza volante, perché già nel suo disegno architettonico apparisse visibile un sapiente impetuoso messaggio di violenza: un ossimoro, a dirla tutta.


Da allora, il reale e il simbolico sono sempre più finemente caratterizzati nella violenza contemporanea, anche in quella di cui normalmente non verremmo a conoscenza. In tal senso, l’escalation di violenza cui assistiamo anche in questi anni recenti potrebbe non significare una maggiore quantità o una maggiore portata degli atti violenti, ma una maggiore pervasività della violenza, una capacità di replicazione e di manifestazione che possiamo presumere siano propri di una ‘società delle immagini’, nel senso che Guy Debord dava a questa espressione. Secondo quest’ultimo, già l’origine dello spettacolo è connessa alla «perdita di unità del mondo»; talché, se è vero che lo spettacolo della violenza riesca ad unire il mondo, è ancor più vero che «lo spettacolo riunisce il separato, ma lo riunisce in quanto separato».


Inoltre, questa violenza illustrata è un fenomeno che appare oggi sempre più alienante; e ciò è anche dovuto al fatto che le relazioni sociali globali sono mediate da una quantità e da una qualità (nel senso di definizione o trama ‘pixelare’) prima mai vista di immagini: più lo spettatore della violenza contempla, dice Debord, e meno vivrà e comprenderà la propria esistenza e il proprio desiderio.


Nel Corso 2019/2020 ho tentato di offrire una lettura semiotica della «Cultura di massa in Italia (1954-2001) da Umberto Eco a Gianfranco Marrone»; le note tristi vicende hanno in parte impedito lo svolgimento del programma di studio. Vorrei pertanto quest’anno continuare quel Corso, riprendendo dal punto in cui ci eravamo interrotti. La parte generale comprenderà due temi: la nozione di “cultura di massa” (e le nozioni prossime ad essa) e lo studio delle strutture narrative e discorsive. La parte monografica comprenderà i linguaggi del fumetto, la canzone d’autore in Italia, la televisione. Infine, vorrei osservare alcuni mutamenti nel linguaggio del cosiddetto “sciame digitale” dei nostri tempi. Ci concentreremo quest'anno sul trash televisivo. Esamineremo programmi come Temptation Island (ed 2025) o fenomeni come la canzone commerciale e la comunicazione su alcuni social.

Programma del corso

Premessa


La vita è fatta di incontri: al mattino incontriamo il nostro volto allo specchio, poi i nostri familiari; e poi ancora i vicini, i colleghi, la gente. Viviamo con loro e anche con le tante cose che amiamo, o semplicemente usiamo come strumenti. Guardiamo il tablet, la tv, il cruscotto, le facce dei passanti. E' tutto questo che ci permette di dire che abbiamo un mondo, che viviamo in un mondo. Ebbene, anche se non ne siamo consapevoli, noi tutti viviamo immersi in una enciclopedia della semiotica. Siamo circondati da segni, simboli, icone, indici. Alcune le troviamo, altre le facciamo noi. In qualche caso interpretiamo i messaggi altrui, ma sempre ne componiamo di propri. Siamo fatti dello stesso tessuto che fa la cultura. Noi abitiamo un mondo che è fatto di segni, un mondo che è un a «semiosfera».


L'ingrediente di questo mondo è il senso: nessuno accetterebbe di vivere in un universo privo di senso. Ma che cosa è il senso? E perché ci accorgiamo del senso soprattutto quando capita che esso non ci sia? «Tutto questo non ha senso», esclamiamo sconsolati appena il senso ci è sfuggito di mano.


La semiotica è lo studio del senso e della significazione. La semiotica ci insegna cosa fare in presenza / in assenza del senso. Essa è precisamente il modo che la filosofia ha escogitato per «mettere il senso in condizione di significare».


Io vorrei proporre gli strumenti essenziali di questo affascinante percorso alla ricerca del senso. Imparare a cogliere nel mondo le differenze, gli scarti fra le cose; imparare ad articolare queste differenze a diversi livelli di profondità; acquisire dimestichezza con il “percorso generativo del senso”; questo significa acquisire una conoscenza capace di orientare una lettura rigorosa e creativa.

Testi (A)dottati, (C)onsigliati

NOTA -- Il programma alternativo va richiesto dallo studente non-frequentante entro la terza settimana dall'inizio del semestre. Il programma viene concordato con il docente: questa lista non è sostitutiva del programma di studio.


Testi

G Marrone

Prima lezione di semiotica

Laterza


A J Greimas

Del senso

Bompiani 1973

(qualsiasi riedizione)

capitoli concordati col docente


Byung Chul HAN,

Le non-cose.

Einaudi 2023


M La Matina (ed)

Europa, ovvero un sogno fatto in Grecia

Mimesis (sotto stampa)

Georges Didi-Huberman

Sentire il grisou

Orthotes 2021


M La Matina

«???t??. Alcune note preliminari per una semiotica del martirio»,

Lexia. Rivista di semiotica, 31–32 (2018), pp. 57-80 


M La Matina

Cronosensitività

Carocci 2004

(capitoli da concordare)


Altre informazioni / materiali aggiuntivi

nessuna

Metodi didattici
  • Nulla più di questa mail in risposta ad una studentessa può chiarire quale sia il mio metodo didattico:



    Gentile Studentessa, 


    grazie per la mail. Riassumo a Suo beneficio quel che dissi nei due incontri tenuti con gli studenti della futura classe. Sarebbe bene partecipare agli incontri futuri: avete una chat appositamente creata, dove io non metto piede per dar modo a voi di entrarci e chiedere quel che volete.


    Le mie lezioni sono state autorizzate in modalità online; non ci sarà modalità mista, perché produce una partecipazione desultoria e poco utile. Le lezioni inizieranno la seconda settimana di febbraio.


    Come partecipare? Ci si iscrive, certo, ma quel che conta è impegnarsi con lealtà e con continuità. Se si pensa di non poterlo fare, meglio chiedere di studiare dei libri. Per lealtà intendo la tutela della riservatezza di quel che diremo (voi e noi) a lezione; le lezioni sono pubbliche ma alla stessa stregua di un processo giudiziario: non sono ammessi perdigiorno, curiosi e soprattutto studenti con doppio fine. Inoltre, non si possono registrare le lezioni: solo il tutor può farlo se io lo concedo. Infine, non serve accumulare presenze per poi studiare negli ultimi 15 giorni prima dell'esame. Non funziona così. 


    Il mio insegnamento non trasmette nozioni. Non chiede risposte, ma vuole insegnare come si formulano e, se del caso, si possono riformulare le domande. È filosofia, è semiotica, non (con tutto il rispetto) diritto penale o anatomia patologica. Lì devi sapere le leggi e le ossa come prima cosa. Qui, come prima cosa, devi disimparare quel che sai, e solo allora comincerai a filosofare. 


    Un'ultima cosa: in filosofia non si può delegare a un quaderno o ad una videocassetta il compito di apprendere. Molti prendono appunti o si fanno passare le registrazioni per poi studiarle prima dell'esame. Non serve. Tempo perso. Meglio farsi un corso super-moderno con le slides e tutte le figate di internet... Io faccio lezione all'antica, per chi viene, per chi ritorna, per chi ha qualcosa dentro che gli rode. Non insegno perché qualcuno impari, ma perché è l'unico modo che conosco per trasmettere la mia passione e sperare così in un Paese migliore, in un mondo più giusto e più equo. 


    Le lezioni sono fatte per chi c'è; l'essenziale è esserci lì e in quel tempo in cui la lezione accade. Se una speranza abbiamo che la filosofia possa cambiare le nostre vite, essa è riposta nella accuratezza e nella passione con cui partecipiamo alla lezione. Ad ogni lezione. Ma soprattutto a quella che è in ogni momento "la lezione del momento". 


    Marcello La Matina

Modalità di valutazione
  • L'esame è una cerimonia linguistica codi?cata nella quale, secondo tradizione, l'esaminatore opera una "perquisizione" intellettuale con domande dirette o indirette, al ?ne di quanti?care il livello di conoscenze posseduto dal discente. Dio sa quanto questo tipo di esame sia criticabile. Tuttavia, occorre prendere atto che la maggior parte degli studenti preferisce questa modalità ad altre, forse meno invadenti, forme di interazione pilotata. Sicché, l'esame sarà svolto con domande e risposte volte ad accertare il grado e la qualità delle competenze sviluppate attraverso la lezione e le letture consigliate. Lo studente, “ça va sans dire”, potrà richiedere forme alternative (presentare una relazione, elaborare creativamente gli appunti presi a lezione, etc.). In casi eccezionali, si potrà pensare a una valutazione in forma scritta, basata su risposte aperte.

Lingue, oltre all'italiano, che possono essere utilizzate per l'attività didattica

Greco - Inglese - Francesco - Tedesco

Lingue, oltre all'italiano, che si intende utilizzare per la valutazione

Italiano

  Torna alla scheda
Calendario
  Materiali didattici
Avviso
I materiali didattici sono reperibili nella stanza Teams al link di seguito
Info
» Vai alla stanza Teams