Filosofia della Voce...

... così si chiama la disciplina che insegnerò -- a Dio piacendo -- nel prossimo anno accademico in luogo della Filosofia delle forme simboliche. L'avvicendamento coinvolge sia la dicitura sia, come avrò modo di dire prossimamente, il modo stesso di coniugare didattica e ricerca scientifica. Qui conviene anticipare poche cose: (1) la Filosofia della Voce è, per lo studente, un insegnamento a scelta; dunque, non ha vincoli o destinatari predeterminabili, né si prefigge di formare professionalità. E', piuttosto, uno spazio offerto all'otium, e non ha, per così dire, séguito in un negotium. (2) la Filosofia della Voce studia il senso dell'avere un linguaggio tra gli uomini, senza però dare per scontata la relazione tra suono vocale (phoné) ed enti del linguaggio (logoi). (3) La Filosofia della Voce è, indipendentemete dai contenuti di volta in volta studiati, la proposta di un modo filosofico di vivere, aperto, non dogmatico, non apodittico. (4) Infine, la Filosofia della Voce non è un insegnamento, ma, per così dire, un apprendimento plurale: il docente non vi è convocato, se non come il più anziano degli uditori; non, dunque, in veste di esperto della Voce ma di ascoltatore che intenda mettersi in sintonia con Altri attraverso la comune praxis linguistica. (marcello la matina)


29 aprile 2016