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Home Carta Alessandra Didattica 2022/2023 Laboratorio: fare giornalismo. architetture, tecniche, linguaggi di una professione

Laboratorio: fare giornalismo. architetture, tecniche, linguaggi di una professione

  • A.A. 2022/2023
  • CFU 4
  • Ore 20
  • Classe di laurea L-20
Alessandra Carta /
Prerequisiti

Più che un prerequisito del corso, la passione per ciò che si studia dovrebbe diventare una propedeuticità educativa su cui ogni singolo docente è chiamato a fare leva.
Il giornalismo, hanno sempre insegnato i grandi maestri, è uno dei mestieri più belli del mondo perché permette di raccontare la quotidianità, i fatti grossi e quelli piccoli, con la responsabilità del doverlo fare per chi non è presente. Ma la professione è capace di diventare il più odioso dei lavori quando si perde di vista l'obiettivo del fare informare, ovvero la sua obiettività.

Obiettivi del corso

Le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di fare giornalismo e i suoi tempi, seppure i media tradizionali - giornali cartacei, radio e tv - siano ancora protagonisti dell'informazione. In questi mutato scenario per gli studenti in Scienze della comunicazione diventa un passaggio obbligato imparare a strutturare le notizie a seconda del mezzo utilizzato. Del resto, se il contenuto resta invariato, ciò che continua a cambiare sono le tecniche e i linguaggi. Quindi l'architettura stessa dei "giornalismi", per usare un'espressione capace di inglobare le diverse forme del fare informazione.
Al termine del laboratorio, gli studenti sapranno costruire una notizia e farla conoscere e riconoscere ai lettori e alle lettrici, fornendo loro i cinque elementi base di una notizia: "Chi", "Che cosa", "Quando", "Dove" e "Perché". Da qui passa l'autorevolezza di una testata, il suo "farsi leggere", altro risultato di apprendimento in tempo di fake news e di regole redazionali sempre meno rispettate.

Programma del corso

Il laboratorio non può non cominciare da una breve parte strettamente teorica raccontando agli studenti la nascita del giornalismo in Italia, il suo caratterizzarsi come "voce" politica per diventare dagli anni Settanta ai Novanta l'emblema di quella "Élite senza sapere" magistralmente raccontata da Milly Buonanno. Oggi, invece, ci troviamo di fronte a un mestiere spesso mal pagato e che ha diffusamente perso una credibilità che va recuperata.

Dopo l'excursus storico, andranno inquadrati i diversi tipi di media attraverso cui le notizie vengono veicolate. Sarà questa l'occasione, a metà tra la teoria e la pratica, per indagare sul grado di conoscenza che gli studenti hanno della professione giornalistica e capire la loro personale percezione del "Sistema media".
Quanti di loro si informano? Con quale frequenza? hanno contezza del fatto che i lettori e le lettrici sono oggi sempre più protagonisti dell'informazione? Quanti riversano nella Rete propri contenuti senza rendersi conto che la possibilità offerta dai social di commentare le notizie è sì una forma di partecipazione, ma con sempre più spesso si traduce in post verità?
Ecco perché nel laboratorio diventa necessario insegnare che la distanza annullata tra chi "confeziona" le notizie e chi la fruisce non sempre è sinonimo di una migliore informazione.

Sul fronte strettamente operativo, agli studenti andrà dapprima fornito una sorta di decalogo sulle convenzioni della scrittura. In tempi in cui anche graficamente si tagliano le parole per fare prima e in fretta, il giornalismo deve diventare lo strumento per contribuire a valorizzare al massimo, sia sotto il profilo grammaticale che sintattico, la bistrattata lingua italiana. Quindi si deve procedere con il confezionamento di una stessa notizia per i diversi media: solo in questo modo, cioè raccontando un identico fatto, per gli studenti sarà più facile comprendere come lo strumento informativo utilizzato faccia cambiare lo stile giornalistico.

Va tenuto presente che 20 ore di corso non permettono di acquisire anche la padronanza sulle tecniche di confezionamento delle notizie. Ma per quanti vorranno intraprendere la professione, arrivare in una redazione con una piccola cassetta di attrezzi sul come gestire una notizia, è un plus valore di cui questo laboratorio deve farsi carico.

Per chi frequenta il laboratorio, i temi dell'esame verteranno sulle lezioni in Aula.
I non frequentanti dovranno fare comunque un colloquio conoscitivo col docente per impostare l'attività didattica, posto che l'assegnazione degli elaborati sia uguale per tutti.
Per quanti invece non si presentano in classe, l'esame scritto e orale verrà impostato sulla base dei seguenti testi:
- Vittorio Roidi: "Piccolo manuale del giornalismo". La Terza. Pagine 177
- Enrica Perucchietti: Professionisti della disinformazione. Youcanprint. Pagine 230

Il superamento dell'esame dà diritto all'acquisizione di 4 Cfu. E vale per tutti, a prescindere dalla frequentazione.




Testi (A)dottati, (C)onsigliati
  • 1.  (C) Vittorio Roidi Piccolo manuale del giornalismo. Che cos'è, come si fa LaTerza, Roma, 2009 » Pagine/Capitoli: 177
  • 2.  (C) Enrica Perucchietti Professionisti della disinformazione Youcanprint, Bologna, 2022 » Pagine/Capitoli: 230
Altre informazioni / materiali aggiuntivi

Per gli studenti che frequentano il corso l'esame verterà sul contenuto delle lezioni.
Per i non frequentanti l'esame verterà sui testi didattici.

Metodi didattici
  • Posto che lavorare in gruppo sia un traguardo e anche un esercizio, con il giornalismo funziona diversamente: una testata manda un solo redattore a coprire una notizia. E anche quando ci sono fatti grossi, ogni singolo professionista si occupa di storie diverse rispetto al collega.
    Faccio questa premessa per dire che la metodologia del lavoro in team non è necessariamente la migliore scelta didattica. Uno stesso fatto si può raccontare con parole e stili diversi, senza per questo falsare i contenuti.
    Il giornalismo resta un lavoro profondamente individuale: la squadra entra in gioco come sommatoria di contributi. Il momento della condivisione - che pure deve diventare prassi e abitudine - arriva scambiandosi la lettura di un articolo per fare una revisione su eventuali refusi oppure per offrire un differente punto di vista. Ma l'aspetto del personalismo non va taciuto nel laboratorio: un giornalista fa i conti ogni giorno con la propria solitudine.
Modalità di valutazione
  • Elaborati assegnati durante il corso, prova scritta finale e orale conclusivo. Sono questi i tre momenti in cui si articola la valutazione degli studenti. Ciascuno "peserà" per un terzo nel voto dell'esame.

Lingue, oltre all'italiano, che possono essere utilizzate per l'attività didattica

Spagnolo