Cari Studenti,
ricevo da Voi lettere di ogni genere e, se pur con qualche ritardo, Vi rispondo sempre. Con una eccezione: le richieste relative a cose che potreste sapere o dovreste sapere senza chiederne conto a me. Forse è venuto il tempo di ricordare a che cosa serve la corrispondenza elettronica, la mail insomma, nel dialogo didattico.
Si scrive una mail al docente -- qualsiasi docente -- se non si ha modo di incontrarlo in Università. Si deve sempre cercare il colloquio a voce, la mail è un mezzo supplente. Si scrive al docente per avere consigli su letture, per porre domande su argomenti di lezione, per ottenere suggerimenti sul metodo, sui concetti, sulla propria formazione. Si scrive al docente per formulare apprezzamenti critici di lode o di biasimo. Si scrive al docente, infine, per estendere un rapporto che si è sostanziato e nutrito durante le lezioni, i seminari, i colloqui personali o di gruppo, la lettura dei libri e degli articoli oggetto di indagine, la partecipazione a convegni o giornate di studio.
Non si scrive al docente per sapere cose sull'esame, sui CFU, sul libretto elettronico, ovvero per chiedere programmi di studio "in contumacia", per chiedere orari di lezioni ed esami, insomma, su aspetti che non siano strettamente connessi con la parte scientifica, didattica, umana del lavoro intellettuale. A lettere di quest'ultimo genere non sarà data risposta per iscritto.
con affettuosa stima,
marcello la matina
22 maggio 2017